Esiste una categoria di persone condannate a vivere dietro le sbarre senza aver mai commesso alcun reato: i figli piccoli delle detenute.
Compiuti tre anni, i bambini tornano in libertà, ma continueranno a frequentare il carcere un giorno a settimana per rincontrare le madri, costretti a rivivere ogni volta l’esperienza della detenzione.
Vito è uno di loro. Ha trascorso i suoi primi mille giorni nella sezione nido di un carcere. Ora è fuori, ma quello che ha vissuto continua a condizionare i suoi gesti, le sue emozioni, il suo quotidiano. Così, quando arriva il momento della visita alla madre, la voglia di rincontrarla sembra annegare in un’inquietudine crescente. Il tragitto verso l’istituto di pena, lo riporta inevitabilmente indietro: ogni incontro, ogni evento, ogni passaggio, ogni particolare, fa scattare in lui un piccolo “corto circuito” che vivifica il suo passato ancora troppo vicino.
Attualmente circa 70 bambini italiani di età inferiore a 3 anni vivono reclusi con le madri detenute.